
Aspirazioni e sfide dei Partiti Umanisti
Oggi, mercoledi 6 gennaio 2021, ricorre l'83° anniversario della nascita dell'ideologo del Nuovo Umanesimo Universalista, il filosofo argentino Mario Rodríguez Cobos, meglio conosciuto col suo pseudonimo, Silo.
All'inizio degli anni Novanta del secolo scorso, nel pieno dell'ascesa del neoliberismo anti-umanista, Silo, nel suo libro “Lettere ai miei amici”, approfondì la filosofia del Nuovo Umanesimo e la sua pratica politica e sociale, definendola principalmente come un atteggiamento e una prospettiva di vita, espressi nel Documento del Movimento Umanista del quale riportiamo l’introduzione:
“Gli umanisti sono donne ed uomini di questo secolo, di quest’epoca. Ritrovano nell’Umanesimo storico le proprie radici e si ispirano agli apporti di diverse culture e non solo di quelle che in questo momento occupano una posizione centrale. Sono inoltre uomini e donne che si lasciano alle spalle questo secolo e questo millennio e che si lanciano verso un mondo nuovo.
Gli umanisti sentono che la loro storia passata è molto lunga e che quella futura lo sarà ancora di più. Pensano all’avvenire mentre lottano per superare la crisi generale del presente. Sono ottimisti, credono nella libertà e nel progresso sociale.
Gli umanisti sono internazionalisti, aspirano ad una nazione umana universale. Hanno una visione globale del mondo in cui vivono ma agiscono nel loro ambiente. Non desiderano un mondo uniforme bensì multiforme: multiforme per etnie, lingue e costumi; multiforme per paesi, regioni, località; multiforme per idee e aspirazioni; multiforme per credenze, dove abbiano posto l’ateismo e la religiosità; multiforme nel lavoro; multiforme nella creatività.
Gli umanisti non vogliono padroni; non vogliono dirigenti né capi, e non si sentono rappresentanti o capi di alcuno. Gli umanisti non vogliono uno Stato centralizzato né uno Stato Parallelo che lo sostituisca. Gli umanisti non vogliono eserciti polizieschi né bande armate che ne prendano il posto.
Ma tra le aspirazioni degli umanisti e la realtà del mondo d’oggi si è alzato un muro. E’ ormai giunto il momento di abbattere questo muro. Per farlo è necessaria l’unione di tutti gli umanisti del mondo.”
Così, Silo riscatta l'Umanesimo non solo come storia, ma anche come progetto a futuro e come strumento di azione attuale.
In un mondo in cui aumentano rapidamente le disuguaglianze e la povertà, egli propone un umanesimo che contribuisca al miglioramento della vita, che faccia fronte alla discriminazione, al fanatismo, allo sfruttamento e alla violenza.
In un mondo in rapida globalizzazione che mostra i sintomi dello scontro tra culture, etnie e regioni, propone un umanesimo universalista, pluralista e convergente.
In un mondo in cui i Paesi, le istituzioni e le relazioni umane si stanno destrutturando, presenta un umanesimo capace di promuovere la ricomposizione delle forze sociali.
In un mondo in cui si è perso il senso e la direzione della vita, sostiene l’esistenza di un umanesimo capace di creare un nuovo clima di riflessione in cui non si contrappongano in modo irreparabile il vissuto personale e quello sociale.
Silo propone che l'interesse sia messo nella costruzione di un umanesimo creativo, non di un umanesimo ripetitivo; un nuovo umanesimo che, tenendo conto dei paradossi del tempo, aspiri a risolverli.
Ed evidentemente, tutte queste che sono aspirazioni umaniste diventano sfide per i partiti umanisti.
Perché implicano la rottura con un sistema di credenze che risponde ad un modello di potere globale violento, alienante, discriminatorio, escludente, schiavizzante e predatorio. Questo richiederà un progetto con molta profondità e con numerosi compiti nel presente, che sia in grado di sovvertire quel modello di potere.
Perché sappiamo che il modello di società che propongono dicendoci che è fatto per creare ricchezza e progresso per tutti, in realtà non è né solidale, né equo, né inclusivo, né democratico e trascura ampi settori della popolazione perché è stato progettato a beneficio delle grandi imprese.
Perché nella globalizzazione il sistema capitalista è stato progettato per imporre a livello mondiale forme politiche ed economiche che non rispettano le forme organizzative locali che non si adattano al suo progetto di espansione, trasformando ogni attività sociale in una merce e in un'opportunità di business.
Perché implica la sfida di costruire nuove modalità di fare politica, che siano inclusive, partecipative e trasparenti, che conferiscano responsabilità, realizzando azioni a viso aperto di fronte alla gente e voltando le spalle al potere economico.
Ed è qui che l'opera di Silo acquisisce una prospettiva storica trasformatrice, perché comprende un'etica, una sensibilità, un impegno collettivo dove nessun membro della società verrà escluso, né sarà reso invisibile.
Poiché col 2020 sono trascorsi dieci anni dalla nascita della Federazione dei Partiti Umanisti e sono passati più di tre decenni dalla formazione dei primi collettivi politici umanisti, è questo un buon momento per riflettere sulla nostra azione politica, sui risultati ottenuti e sulle forme che devono essere sostenute, cambiate o approfondite per far progredire l'umanizzazione del nostro ambiente sociale più prossimo.
"La questione è se saremo spettatori della vita o promotori
di azioni che organizzano la trasformazione intorno a noi,
eali trasformatori vitali che misurano e proiettano nel proprio operare
le conseguenze che produrremo in noi stessi e negli altri.
Si deve quindi far propria e dare una risposta di grande sfida
costruttiva a questo ambiente sociale in crisi e così
la nostra proposta è l'azione che promuove la simultanea
modificazione personale e sociale, quell'azione che
provoca il cambiamento intenzionalmente e lo dirige con un senso
di futuro aperto, ampio, generoso, e così presto rinascerà
con forza nel cuore degli uomini e dei popoli, la luce della vita.
La nostra proposta è l'Azione Trasformatrice gioiosa, risoluta e
permanente; azione trasformatrice che è quella piena di
intenzionalità orientata al cambiamento umanizzatore di noi stessi,
dell'ambiente che ci circonda e di tutta questa terra, la nostra terra".
Silo (1989).
Equipe di Coordinamento Internazionale
Federazione dei Partiti Umanisti